Morire di austerità by Lorenzo Bini Smaghi

Morire di austerità by Lorenzo Bini Smaghi

autore:Lorenzo, Bini Smaghi [Bini Smaghi, Lorenzo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Economia, Contemporanea
ISBN: 9788815313515
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2013-10-14T22:00:00+00:00


12.

La colpa delle banche

Al cuore della crisi, europea e globale, c’è il sistema bancario. Le banche hanno prestato troppo e male prima della crisi, sono state salvate dai contribuenti e hanno prestato poco per uscire della crisi. Tante colpe, forse troppe, per un sistema che andava vigilato meglio e in maniera più omogenea.

In Europa il sistema bancario svolge un ruolo centrale per il finanziamento del sistema economico, diversamente dagli Stati Uniti dove i capitali vengono intermediati principalmente attraverso il mercato azionario e obbligazionario. La dimensione complessiva del sistema bancario europeo è aumentata negli anni precedenti alla crisi, per effetto della domanda sostenuta di credito, da parte delle famiglie e delle imprese, soprattutto nei paesi a forte crescita, come la Spagna e l’Irlanda. Il ruolo delle banche è aumentato anche perché hanno esse stesse cominciato a prendere a prestito, da altre banche o attraverso l’emissione di obbligazioni sul mercato, incrementando la leva finanziaria del sistema. Rendendolo così più fragile.

Gli istituti di credito si sono spinti in questa direzione per vari motivi. Nei paesi a crescita più sostenuta, il finanziamento della domanda interna ha richiesto un afflusso di capitali dall’estero, che è stato intermediato principalmente dal sistema bancario. Le banche dei paesi in disavanzo si sono indebitate sul mercato dei capitali e sul mercato interbancario, aumentando la loro capacità di prestare fondi. Anche nei paesi a forte propensione al risparmio, come la Germania, le banche hanno avuto l’incentivo a indebitarsi, a tassi relativamente bassi, come quelli disponibili per la liquidità erogata dalla Banca centrale europea, oppure direttamente sul mercato, investendo poi sul mercato interbancario e in titoli di Stato degli altri paesi, sfruttando il differenziale tra i tassi d’interesse in assenza di rischio di cambio. Le banche tedesche sono state tra le principali prenditrici, sia sui mercati internazionali negli anni precedenti alla crisi, grazie anche al loro buon merito di credito, sia sul mercato della liquidità della Banca centrale, e hanno prestato alle banche dei paesi in forte espansione del Sud Europa o sui mercati internazionali. L’aumento della leva finanziaria ha consentito di migliorare la redditività, sostenendo le quotazioni azionarie.

Allo scoppio della crisi, il sistema bancario europeo ha scoperto vari punti di fragilità. Innanzitutto, aveva prestato a settori, come quello immobiliare, che erano cresciuti a dismisura e dovevano essere ridimensionati in seguito allo scoppio della bolla speculativa. Ciò ha comportato perdite rilevanti per i bilanci bancari. Il sistema era inoltre fortemente interconnesso, capace di trasmettere rapidamente effetti a catena e di diffondere il contagio al resto del sistema. Data la dimensione elevata dei bilanci bancari, non solo rispetto al capitale ma anche alle economie dei rispettivi paesi, un eventuale salvataggio bancario sarebbe stato molto oneroso e avrebbe potuto mettere in ginocchio le finanze pubbliche.

La segmentazione della regolamentazione e della vigilanza bancaria ha contribuito a rendere il sistema ancor più fragile. L’unione monetaria è stata avviata senza integrare il governo del sistema bancario. Ogni paese ha continuato a vigilare sulle proprie banche, con incentivi potenzialmente perversi. La vigilanza bancaria ha infatti come obiettivo non solo la stabilità del sistema ma anche quello di promuoverne la competitività.



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